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I rifiuti elettronici, indicati con la sigla RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), comprendono numerosi dispositivi della nostra quotidianità: smartphone, frigoriferi, phon, cavetti e tutto ciò che viene alimentato dall’elettricità. Nel 2022 ne sono stati raccolti 371 mila tonnellate, circa il 37%. Un numero elevato ma lontano dall’obiettivo stabilito con l’Europa del 65%. I rifiuti elettrici ed elettronici sono infatti numerosi e diversificati. Basti pensare quanto l’elettronica sia ormai parte della nostra vita per immaginare la quantità di dispositivi da smaltire. Un settore che sta crescendo sempre di più, anche dal punto di vista della formazione e delle richieste lavorative. Sono numerosi gli indirizzi scolastici, i corsi di laurea o i master dedicati all’elettronica e la laurea in ingegneria elettronica aiuta a formarsi non solo sulla conoscenza delle componenti elettroniche a livello industriale ma anche a imparare a realizzare progetti basati sull’utilizzo dell’elettronica. Grazie alle università online come Unicusano, si può inoltre intraprendere questo percorso anche a distanza, utilizzando la metodologia dell’e-learning.
Eppure questa diffusione in campo industriale non rende ancora le persone così pronte sullo smaltimento di questi materiali. E c’è chi ancora commette degli errori nella gestione di questi rifiuti. Vediamo come si riciclano i rifiuti elettronici e quali sono i vantaggi per l’economia e l’ambiente.
Come riciclare i rifiuti elettronici
I rifiuti elettronici contengono materiali molto preziosi che, se non correttamente conferiti, vengono sprecati, contribuendo all’inquinamento e incidendo sull’economia del nostro paese. Secondo gli studi, ogni italiano conserva nel cassetto almeno 8 dispositivi italiani, un piccolo tesoro. Proprio per il loro valore, per lo smaltimento hanno un iter ben preciso e sono classificati come rifiuti speciali. Il loro conferimento è regolamentato dal Decreto legislativo n. 151/2005 e ogni comune organizza una raccolta differenziata per il riciclo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche e ci sono dei centri di raccolta locali.
Come funziona lo smaltimento dei rifiuti elettronici
Per la raccolta dei RAEE ci sono in Italia 3,600 isole ecologiche comunali. Vengono anche organizzate delle raccolte cittadine per i rifiuti meno ingombranti da portare direttamente alle postazioni di quartiere seguendo il calendario fornito dalla ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. Una volta arrivati al centro di raccolta, i RAEE vengono smistati e inviati agli impianti di trattamento che evitano la dispersione nell’ambiente di sostanze inquinanti e consentono il riciclo delle materie prime, che confluiscono in un sistema di reimpiego in diversi cicli industriali. Se il rifiuto elettronico è il risultato di una sostituzione, il vecchio dispositivo può essere consegnato anche al negozio in cui si effettua il nuovo acquisto, che per legge deve ritirarlo. Nei negozi di elettronica si possono inoltre consegnare anche i piccoli elettrodomestici e gli apparecchi elettronici al di sotto dei 25 centimetri senza obbligo di acquisto.
I vantaggi del riciclo dei rifiuti elettronici
Se ognuno smaltisse correttamente i propri rifiuti elettronici, secondo i dati produciamo 18 kg di rifiuti elettronici procapite all’anno, i vantaggi sarebbero numerosissimi sia dal punto di vista ambientale sia economico. Lo smaltimento dei rifiuti elettronici riduce infatti il gas serra, perché le sostanze nocive di cui sono composti vengono eliminate in modo sicuro. L’Italia è al primo posto per l’approvvigionamento da importazioni extra-UE di Materie Prime Critiche. Innescare un meccanismo virtuoso di riciclo dei rifiuti elettronici comporterebbbe una riduzione delle importazioni per 31 milioni di euro con ritorno economico per i cittadini di 487 milioni di euro. Smaltire infine in maniera corretta i RAEE aiuterebbe a contrastare il traffico illegale di apparecchi elettronici verso i paesi in via di sviluppo.