Bioedilizia

La canapa nella greenbuilding

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Oggetto molto discusso, specie negli ultimi anni, la Canapa – o cannabis – è una pianta di origine asiatica dalle infinite proprietà. Freniamo subito la vostra fantasia perché quello di cui parleremo in questo articolo va in una direzione totalmente diversa da quella che vi starete prefigurando. Cannabis sativa è una particolare specie di questa pianta la cui altezza varia tra 1,5 e 2 metri; dai suoi fusti si ricava una fibra tessile molto resistente, conosciuta nella storia come il materiale con cui ad esempio venivano realizzate le vele delle imbarcazioni.

In passato era ampiamente diffusa anche grazie alla sua incredibile capacità di propagazione e tempi di crescita molto brevi, peculiarità per la quale ad oggi viene impiegata come diserbante in agricoltura. Studiata in modo approfondito negli anni ’30 la canapa risultò ottima anche per produrre, carta, vernici, combustibili (tra cui il carburante per auto), oli alimentari e, udite udite, nella bio-edilizia. Ad oggi la sua coltivazione in Italia (e in molti altri Paesi) è assoggettata a molte restrizioni. Lasciamo a voi le riflessioni in merito.

Quello che noi andremo ad approfondire è l’impiego della canapa della Green Building, ovvero nella bio-edilizia. È un principio ingegneristico – costruttivo tramite in quale si da risposta alle comuni esigenze architettoniche con pratiche e materiali a minimo impatto ambientale, sostenibili ed economiche. Con l’evolversi di questo settore infatti, possiamo affermare innanzitutto che a differenza di quanto si possa pensare, il settore della bio-edilizia prevede costi del tutto allineati con l’ingegneria tradizionale.

Come viene usata la canapa in edilizia?

La Green Building è la nuova frontiera dell’edilizia nella quale l’uso di materiali naturali può rappresentare un’incredibile svolta. Per realizzare i materiali da costruzione, i componenti base vengono aggiunti in polvere o comunque in piccole dimensioni; di conseguenza il fiore o il fusto della pianta di canapa si presta molto bene a questo scopo. In particolar modo è il canapulo, la parte legnosa del fusto, che iniziò ad essere lavorato in Francia nei primi anni’90, miscelandolo con argilla o calcestruzzo. Grazie a questo binomio è possibile realizzare:

  • murature con blocchi prefabbricati
  • getti e malte
  • isolante termo-acustico, resistente al fuoco
  • intonaci traspiranti
  • mattoni

La scelta di questo materiale porta incredibili vantaggi: innanzitutto la canapa può essere coltivata e quindi reperita in loco. In questo modo le industrie locali vengono coinvolte nella lavorazione della canapa e nella lavorazione dei materiali, contribuendo così all’incremento della produttività locale.

Inoltre i costi di costruzione si riducono al minimo e si ottiene come risultato ultimo la realizzazione di interi edifici con il minimo impatto ambientale. Specialmente nell’ambito della coibentazione, ovvero dell’applicazione di rivestimenti isolanti, la canapa ha dimostrato prestazioni eccezionali: nell’arco di 24h la canapa perde 2°C rispetto agli 8°C del calcestruzzo. Nelle nuove costruzioni edilizie l’aspetto dell’isolamento termico è qualcosa di cui si tiene molto conto per limitare le dispersioni di calore, riducendo così al minimo in consumo superfluo di energia e riducendo drasticamente le emissioni di gas – serra.

Un’altra tematica molto discussa nel nostro paese e la durevolezza e resistenza degli edifici, molti dei quali ad oggi si sgretolano come sabbia anche alle minime oscillazioni tettoniche. I materiali costruttivi miscelati con il canapulo sono abbastanza resistenti e duraturi? Assolutamente si. Fortunatamente con  legge numero 242 del 2 dicembre 2016, entrata in vigore il 14 gennaio 2017, sono cambiate alcune cose. La coltivazione di varietà di canapa con THC sotto lo 0,2% non necessita più di alcuna autorizzazione, a patto che il coltivatore conservi l’imballaggio dei semi che ne certifichi la provenienza e tutte le fatture di acquisto. inoltre lo Stato ha disposto € 700.000 di finanziamenti per incentivare la crescita di questo settore.

Ancora poco, ma meglio di niente. Speriamo che il tempo possa aiutare a superare pregiudizi verso un elemento che la natura ci ha dato e che potrebbe migliorare le sorti di questo pianeta sotto molteplici aspetti.

Articolo offerto da: grandicantieri.it