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Riciclo della carta: i processi fondamentali

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Il processo di riciclaggio consente, attraverso apposite macchine, di macerare la carta e il cartone già utilizzati, ottenendo una pasta omogenea con la quale si possono produrre nuovi materiali, come imballaggi o giornali, distribuiti poi ai consumatori finali. Questa operazione verrà poi ripetuta, a loro volta, per questi prodotti: un ciclo destinato a durare pressoché all’infinito. In realtà ci sono dei limiti: la carta da macero può essere riciclata 5-6 volte al massimo, poiché le fibre di cui è composta tendono dopo un po’ a deteriorarsi, risultando così inutilizzabile e da destinare allo smaltimento, come qualsiasi altro rifiuto solido. Questa pratica porta ugualmente dei vantaggi in termini ambientali ed economici: viene fortemente ridotto l’abbattimento delle foreste, in quanto gli alberi che le compongono, contengono la cellulosa, elemento fondamentale per produrre la carta. Inoltre, viene ridotta la quantità di materiale destinato alla discarica: riutilizzare la carta, consente di allungare la vita del prodotto, risparmiando così una risorsa che altrimenti andrebbe distrutta. Molte sono le aziende che si occupano dei processi di smaltimento carta

Un processo continuo

Al centro del riciclo carta c’è la precedentemente nominata carta da macero, con cui si intendono le fibre di recupero ottenute da questo prodotto, già utilizzato in passato, con le quali è possibile ottenere carta riciclata come prodotto finale. Può essere distinta in due tipologie: quella industriale, proveniente da scarti di imprese, attività commerciali e di trasporto che rappresentano la fonte più consistente di questo materiale, della cui raccolta si occupano solitamente imprese specializzate nello smaltimento carta e cartone. Il secondo gruppo riguarda i rifiuti provenienti dalle singole famiglie, quindi di uso domestico, il cui recupero è spesso gestito dai Comuni delle singole città.

Indipendentemente dalla tipologia, questa carta viene ritirata mediante un sistema di raccolta differenziata, che costituisce la base del sistema di riciclo in quanto, se così non fosse, tutto il materiale verrebbe trasportato nelle discariche invece che negli impianti destinati appositamente a questo processo.

La fase successiva è rappresentata dalla selezione: si effettua l’eliminazione delle impurità presenti nella carta, come plastica o spille metalliche, prima che questa venga pressata in grandi balle per passare ai successivi trattamenti effettuati nelle cartiere. La lavorazione seguente è lo spappolamento, che ha la funzione di separare le fibre della carta tra di loro, mediante il lancio dei maceri all’interno di una vasca piena d’acqua, facente parte di un apposito macchinario in cui pale rotanti creano un moto vorticoso che provoca lo sfaldamento del materiale cartaceo, portando all’ottenimento di una poltiglia.

La pasta ottenuta viene sottoposta ad alcuni trattamenti specifici per eliminare ulteriori elementi estranei chiamati contaminanti, la cui presenza può influenzare gravemente la qualità del prodotto finito.

Un’altra fase, facente sempre parte di questo processo, è la disinchiostrazione che consiste nella rimozione degli inchiostri e degli smalti utilizzando preferibilmente l’ossigeno come agente sbiancante, perché meno impattante a livello ambientale, del cloro. L’acqua sporca prodotta da questo processo può essere anch’essa riutilizzata dalle industrie, per l’edilizia.

L’impasto viene infine inserito in una macchina definita continua, che provvede a stendere e disidratare il composto, pressandolo attraverso i rulli fino all’avvolgimento finale in bobine. Le cartiere potranno servirsi di queste per comporre nuovi fogli di carta, cartoncino o cartone. 

Normative e condizioni per un riciclo ottimale

L’amministrazione dei rifiuti costituisce un’attività di pubblico interesse, pertanto la normativa indica come prioritaria la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti prodotti, nonché del loro recupero tramite il riciclaggio.

Il riciclo viene tutelato dal più ampio ordinamento relativo alla gestione dei rifiuti, che pone il riutilizzo e ogni altra operazione di recupero di materiale come preminente rispetto all’uso degli scarti come fonte di energia. È consentito che i rifiuti urbani, immessi nell’operazione di riciclaggio, contengano una data quantità di materiali di scoria che non siano interessati dal successivo ritrattamento, ma che non avrebbero potuto essere eliminati mediante operazioni precedenti a quella del riciclo.

A livello europeo, si rende necessario stabilire regole più precise sulle modalità con cui misurare le quantità di rifiuti selezionati per essere immessi nell’operazione di riciclaggio e calcolare la quantità di rifiuti che rappresentano il risultato di questo trattamento.

Tutti questi dati devono essere monitorati attraverso un apposito sistema di controllo della qualità e della tracciabilità dei flussi di rifiuto, la cui esattezza viene resa possibile grazie al rilevamento diretto presso gli operatori che si occupano del recupero e tramite l’impiego di registri elettronici su cui annotarli.

Per facilitare la fase di accumulo, i rifiuti vengono conglobati separatamente e non vengono miscelati con altri, aventi delle proprietà diverse, attraverso il sistema della raccolta differenziata, mediante la quale si separano la carta, i metalli, la plastica, il vetro e i rifiuti biodegradabili.

Vi sono inoltre alcune certificazioni che indicano se tutto il processo è stato eseguito mantenendo una costante attenzione all’ambiente: un esempio è l’FSC-Recycled, che garantisce al consumatore che la realizzazione del prodotto sia stata effettuato con il 100% di legno riciclato, di cui almeno l’85% post-consumo, supportando quindi un utilizzo responsabile delle risorse forestali.