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Il condizionatore rappresenta un elettrodomestico la cui presenza è sempre più comune nelle nostre abitazioni, fondamentale specialmente nei mesi estivi. Per altro, ormai da tempo questo dispositivo è dotato anche della funzionalità dedicata al riscaldamento, il che vuol dire che può essere utilizzato nel corso di tutto l’anno. Ma qual è il meccanismo di funzionamento di un condizionatore? Come noto, il suo compito è quello di raffrescare l’ambiente e al tempo stesso ridurre l’umidità. Ciò avviene per mezzo di un fluido che assorbe il calore attraverso l’evaporazione e cede il calore con il processo inverso.
Condizionatore: ecco come funziona
L’evaporazione del fluido, che attraversa un circuito chiuso dentro il condizionatore, avviene grazie all’aria calda che si trova nella stanza, la quale in questo modo può essere raffreddata. Dopodiché, nel momento in cui il fluido raggiunge l’unità esterna, il calore viene rilasciato all’esterno, e così condensa. Ecco perché la condensa esce dall’unità esterna: essa consiste nell’acqua che si trova nell’aria per effetto del passaggio di calore. Si tratta di un processo che si verifica a pressioni del fluido differenti. Il fluido è a bassa pressione nel momento in cui passa nella batteria interna, per poi essere compresso – da un compressore, appunto – in modo che possa raggiungere il condensatore, dove il fluido ha una pressione maggiore. Per riportarlo alla pressione più bassa interviene una valvola di espansione. Affinché tali scambi siano possibili le due unità devono essere collegate l’una con l’altra per mezzo di tubazioni apposite. Il compressore viene azionato dall’energia elettrica, e così la pressione del fluido può aumentare.
I consumi di un condizionatore
Di certo il condizionamento presuppone un consumo che va a incidere sulla bolletta elettrica. Il costo da sostenere varia in funzione di molteplici aspetti, come per esempio la zona climatica e il modello di dispositivo, ma anche le caratteristiche dell’edificio, con riferimento in particolare all’esposizione, alle finestre, all’isolamento del tetto e a quello delle pareti. Come si può facilmente immaginare, comunque, il consumo è strettamente correlato al modo in cui il condizionatore viene usato; sarebbe auspicabile sfruttare le sue potenzialità limitando gli sprechi di energia.
Le caratteristiche della casa
Una casa che è completamente esposta al sole, a parità di condizioni esterne, per arrivare alla temperatura desiderata tende a usare una maggior quantità di potenza se il tetto e le pareti sono contraddistinte da ridotto isolamento termico rispetto a un’abitazione che è orientata verso nord, situata in una zona d’ombra e isolata dal punto di vista termico. In ogni caso, un condizionatore che rimane acceso per diverse ore di seguito ha, nel corso del funzionamento, un consumo di energia variabile. Per di più, le performance cambiano a seconda delle condizioni esterne e in base al periodo dell’anno.
Come scegliere il condizionatore giusto: la classe energetica
I costi da sostenere variano in funzione della classe energetica del dispositivo, della tipologia del modello (che può essere a tecnologia inverter o tradizionale) e del numero di split. L’etichetta energetica riporta sempre la classe energetica del climatizzatore, e sta a indicare la sua efficiente. È ovvio che migliore è la classe energetica e inferiore è il consumo di corrente con cui si ha a che fare. Il costo della bolletta è determinato poi dalla potenza impegnata del contatore; a volte non è detto che la potenza tradizionale di un’utenza da 3 kW basti, in particolare se il climatizzatore deve essere tenuto acceso a lungo e insieme con altri elettrodomestici. Se si oltrepassa il valore limite relativo alla potenza assorbita, la luce viene interrotta perché il contatore scatta.
Le proposte di Climamarket
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