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Quanta energia consumano i macchinari industriali?

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Sono numerose le industrie e le fabbriche che risultano operative 24 ore su 24 e che, proprio per questo motivo, sono molto energivore. Ma anche nei contesti che sono caratterizzati da orari di lavoro più tradizionali i macchinari possono essere mantenuti in funzione a fronte di un dispendio di energia molto elevato. Come riportano le cronache degli ultimi mesi, ciò può rappresentare un problema di non poco conto a fronte dei recenti rincari, con gli imprenditori del nostro Paese (e non solo) che hanno dovuto fare i conti – anche in senso letterale – con l’aumento dei costi. Chi gestisce una fabbrica dunque non può non essere perfettamente consapevole dei consumi dei propri macchinari: una necessità che è ancora più concreta nel caso in cui i macchinari in questione siano datati e poco performanti, così da consumare più del dovuto.

Perché è importante conoscere i consumi

Avere la piena consapevolezza dei consumi dei macchinari consente, tra l’altro, di valutare possibili strategie a cui ricorrere, da un lato per ottimizzare i consumi stessi e dall’altro lato per abbattere i costi. Si pensi, per esempio, al funzionamento di un compressore industriale: l’analisi del fabbisogno di aria consente di verificare le richieste di aria compressa effettiva, mentre i dati relativi al controllo della potenza assorbita permettono di capire quanta energia viene realmente assorbita dai vari impianti assemblati. Si può conoscere il livello di efficienza energetica di ciascun compressore mettendo a confronto la portata di aria compressa e la potenza assorbita.

Quanta energia serve per produrre aria compressa

Al giorno d’oggi, quindi, migliorare l’efficienza e ridurre i consumi di energia sono attività preziose non solo nel contesto della tutela ambientale, ma anche dal punto di vista economico per l’abbattimento dei costi. Negli stabilimenti industriali in cui sono presenti impianti per l’aria compressa, è possibile conseguire un risparmio concreto, e quindi generare profitti, intervenendo sui processi in modo da renderli più performanti, oppure incrementando il livello di efficienza nelle fasi di trasformazione dell’energia. Anche per questo motivo le aziende sono obbligate a effettuare a intervalli regolari degli audit energetici. Per conseguire risultati significativi dal punto di vista dell’efficienza energetica, è necessario prima di tutto fare riferimento alle variazioni di carico che contribuiscono a ridurre il funzionamento a vuoto: si tratta, quindi, di evitare che i compressori siano tenuti in funzione anche in assenza di carichi.

I compressori industriali

Quando si opera con i compressori industriali, il primo passo da compiere in vista della riduzione dei consumi è costituito ovviamente dall’individuazione di eventuali perdite, in modo che le stesse possano essere prevenute e riparate. È chiaro, infatti, che ogni perdita di aria richiede al compressore di lavorare di più: ciò implica un consumo di energia più elevato e degli sprechi nel sistema. Nel momento in cui il macchinario non è in uso, è essenziale interrompere il flusso verso le applicazioni di aria compressa, attraverso un controllore centralizzato in grado di gestire la richiesta di aria compressa in modo automatico. Gli ugelli pneumatici, inoltre, contribuiscono a ridurre del 30%, o addirittura di più, il consumo nei processi che funzionano in open-blowing: si tratta di un aspetto molto importante visto che se i tempi di ciclo sono più lunghi del necessario e le pressioni sono troppo alte l’aria compressa viene consumata in misura eccessiva.

Gli essiccatori d’aria

Gli essiccatori d’aria consentono a loro volta di abbattere in maniera significativa i costi energetici. Come noto, l’essiccamento dell’aria compressa riveste un ruolo di primo piano in un processo di trattamento, e quello che succede dopo la compressione e il raffreddamento in un radiatore è molto importante per il ciclo di vita di tutto il sistema, con la condensazione del vapore acqueo dell’aria compressa e la sua precipitazione. Gli essiccatori d’aria per compressori consumano appena il 3% della quantità di energia che è necessaria alla produzione di aria compressa che viene da essi stessi processata. Si ricorre a un essiccatore ad adsorbimento, invece, quando c’è bisogno di aria fortemente essiccata, dove il punto di rugiada in pressione può arrivare fino a 20, a 40 o a 70 gradi sotto zero. Per scegliere il tipo di essiccatore giusto è necessario tenere conto del livello di umidità ammissibile alle utenze.