Il bollino blu per le caldaie termiche o a gas è un obbligo di legge che deve essere rispettato per tutti gli impianti. Si tratta di una dichiarazione di conformità, vale a dire una certificazione che deve essere rilasciata da addetti qualificati. In sostanza, dopo che sono state portate a termine le analisi relative al corretto funzionamento della caldaia e ai fumi di scarico, viene fornito un bollino di colore blu, il quale deve essere applicato sui documenti che riguardano l’impianto. La legge stabilisce i limiti massimi per i fumi di scarico, mentre l’analisi delle sostanze inquinanti eventualmente emesse viene eseguita tramite il prelievo di materiali di combustione che sono sottoposti a una misurazione ad hoc.
Per ottenere tale certificazione, è necessario rivolgersi a una ditta che offra un servizio di revisione con rilascio del bollino blu. Esso è stato reso obbligatorio a partire dal 2005, attraverso il decreto legge numero 192 del 19 agosto che è stato poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 settembre. La cadenza richiesta per la certificazione varia in funzione del tipo di impianto con cui si ha a che fare. Nel caso di un impianto stagno o situato all’esterno, per esempio, il bollino blu deve essere rinnovato una volta ogni quattro anni, sempre che la potenza nominale sia di meno di 35 kW e l’impianto abbia meno di otto anni. Nel caso di un impianto situato all’interno dell’abitazione e con più di otto anni, invece, il bollino blu deve essere rinnovato una volta ogni due anni. Nel caso di una caldaia non alimentata a gas, di un impianto centralizzato di un condominio, di una caldaia a legna, di una caldaia a gasolio, di una caldaia a GPL, di una caldaia a pellet o di una caldaia alimentata con un altro tipo di combustibile liquido o solido, infine, il bollino blu deve essere rinnovato una volta all’anno.
Come avviene il rilascio della certificazione
Il bollino blu, tra l’altro, a partire dal 2014 è stato reso obbligatorio anche per gli impianti termici di climatizzazione. Tornando alle caldaie, gli impianti devono essere verificati per la prima volta subito dopo che sono stati installati, in occasione della loro prima accensione: i tecnici abilitati che si occupano di questo compito devono essere riconosciuti dal Comune, e sono tenuti a compilare il libretto dell’impianto, per poi comunicare l’esito dei controlli al Comune o alla Regione, a seconda dei casi.
Nel corso dei controlli, viene monitorato il funzionamento dell’impianto in condizioni di regime invernale, e cioè simulando le condizioni che si verificano quando la caldaia è chiamata a svolgere il proprio lavoro al massimo. Dopodiché, i tecnici abilitati compilano il Rapporto di Controllo Tecnico di Manutenzione, per il quale sono previste tre copie: una viene conservata dalla ditta che ha gestito la manutenzione, una viene lasciata al proprietario dell’impianto e una viene trasmessa all’ente di controllo istituzionale (il Comune per le città con oltre 40mila abitanti).